Partiamo da una premessa. Virzì è tra i migliori e più apprezzati registi, in Italia e all’estero.
La parentesi americana (Ella e John) era stata di sotto al delle aspettative, ma, in ogni caso ha realizzato nel tempo autentici capolavori (La prima cosa bella, Il capitale umano e La pazza gioia su tutti).
Ultimamente, visto lo stato di crisi in cui versa la sinistra italiana, il regista livornese si è ritagliato uno spazio di rilievo sui giornali per le sue riflessioni politiche (interessante la sua spiegazione del successo del Movimento 5 Stelle come rivincita dei mediocri, ‘quelli che a scuola andavano male’).
Eppure, il nuovo film, Notti magiche, nelle sale da giovedì, è senza dubbio il peggiore della sua carriera. L’abbrivio potrebbe anche essere interessante. Durante i mondiali di calcio (la semifinale persa dall’Italia Italia contro l’Argentina ai rigori), un noto produttore cinematografico – impersonato da Giancarlo Giannini – viene trovato morto sul Tevere. I sospettati sono tre sceneggiatori che collaboravano con lui.
Da qui si dipana una storia, senza sussulti né colpi di scena, che del noir, a differenza ad esempio de Il capitale umano, non ha niente. È solo il pretesto per sviluppare una sorta di requisitiria canzonatoria nei confronti dei grandi maestri del cinema italiano, all’alba del crollo della prima Repubblica.
Il risultato è due ore di film scombiccherato, senza né capo né coda, in cui si viene inevitabilmente sopraffatti da noia e sbadigli. Notti magiche vorrebbe essere, almeno nelle intenzioni dell’autore, un’opera autobiografica; ma è semmai un film pretenzioso ed autoreferenziale (che piacerà quindi agli addetti ai lavori).
Il problema di Notti magiche non è solo la sceneggiatura, di Francesco Piccolo e Francesca Archibugi (pessimi i suoi Il nome del figlio e gli Sdraiati) perché il colpo di grazia lo danno gli attori, uno peggio dell’altro. Comparse di quart’ordine (Ornella Muti sfigurata dalla chirurgia estetica, Giulio Berruti, bello e inutile); i tre protagonisti caricaturali all’inverosimile e insopportabili: un siciliano saputello e logorroico, una ragazza romana problematica (un personaggio scialbo e mesto, ci si augura per lei che non sia così anche nella realtà), il toscano fanfarone e sempre su di giri.
Notti magiche è la dimostrazione che, prima prima o poi, capita a tutti di sbagliare completamente un film.
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