Recensione di “My way”, l’ultimo libro di Alan Friedman

Recensione di “My way”, l’ultimo libro di Alan Friedman

Alan Friedman è uno dei giornalisti stranieri più conosciuti in Italia, dove vive da anni per ragioni personali, con una carriera che è vissuta fra il Financial Times e l’International Herald Tribune, passando dal Wall Street Journal a Vanity Fair, fino al Corriere della Sera. Una penna autorevole. Aveva già scritto di politica italiana ed europea nel suo ultimo lavoro, “Ammazziamo il Gattopardo” ed ha infine deciso di “affrontare” Berlusconi in una serie di interviste registrate per oltre un anno.

Perchè Berlusconi? A detta dell’autore, “in nessun’altra nazione occidentale, negli ultimi vent’anni, un leader politico ha dominato così completamente la scena come ha fatto Berlusconi in Italia.”

I capitoli si susseguono più o meno in ordine cronologico: si parte da un breve excursus sull’infanzia, si passa poi ai primi successi da imprenditore, dall’edilizia alla televisione, poi il Milan dei sogni, fino alla discesa politica nel 1994. Forse il grosso limite del libro è proprio in questa prima parte dedicata al successo imprenditoriale, trattato in maniera troppo veloce: una cinquantina di pagine non bastano a spiegare realmente come un ragazzo che suonava sulle navi di Costa Crociere sia diventato l’uomo più ricco d’Italia.

Anche il capitolo sul Milan resta un po’ stretto; interessanti gli aneddoti su Savicevic e sul rapporto con Galliani, ma troppo poco.

Arriviamo alla parte più interessante del libro: la politica internazionale. Friedman racconta del rapporto con Bush, di quello con Putin, alleggerisce poi cambiando totalmente discorso nel capitolo “Ah, le donne!” per poi passare velocemente alle cause più famose (Ruby in particolare) e ritornare alla politica raccontando le vicende riguardanti Gheddafi e la Libia, e la rottura dei rapporti con Sarkò prima e la Merkel poi.

Nel finale, riprende le vicende già raccontate in “Ammazziamo il Gattopardo” riguardanti la salita al governo di Mario Monti, torna sui processi giudiziari, e chiude con lo sguardo di Berlusconi sul proprio futuro e su quello del suo partito e delle sue aziende.

Questo è il riassunto di quello che c’è nel libro, il problema sta in tutto quello che non c’è. Nemmeno una riga sulla politica interna, ad esempio, e una certa fretta nel trattare alcuni argomenti che a tratti sembra superficialità. Chiaro: sono 300 pagine di libro e non si poteva uscire con una biografia di 2000 pagine, questo lo capisco, ma forse il progetto di raccontare “tutto” Berlusconi si è rivelato sbagliato, meglio prendere solo alcuni aspetti e approfondirli per bene, piuttosto che parlare di tutto ma troppo brevemente.

Vale dunque la pena leggerlo? Se sapete poco del personaggio, al di là della cronaca, se volete una panoramica sulla persona, se così si può dire, allora sì.

E’ un libro sconvolgente? No, anzi abbastanza scontato a tratti. L’unico vero approfondimento interessante riguarda le vicende della Libia, la rottura dei rapporti con Sarkozy e il tentativo da parte di alcuni leader europei di far chiedere all’Italia un prestito al FMI che avrebbe distrutto la nostra economia e, di fatto, di far rinunciare il Paese alla propria sovranità.

Arriviamo alla domanda cruciale: è una biografia oggettiva?

Difficile da dire: in un paese dove le opinioni su un uomo vanno da quelle di Emilio Fede a quelle di Marco Travaglio è difficile trovare la quadra. In onestà credo che Friedman abbia fatto il possibile per rimanere oggettivo, vicino al suo esempio “Frost vs Nixon” ma che si sia lentamente fatto incantare dalla seduzione naturale che Berlusconi esercita sulle persone.

Mi spiego meglio: quando c’è da riconoscergli i meriti, non esita a farlo “Ha permesso, con le sue capacità, all’Italia di giocare un ruolo nello scacchiere internazionale più importante di quello reale.” , quando invece dovrebbe analizzare le colpe lascia sempre il beneficio del dubbio.

Friedman riesce nel suo intento fino a un certo punto: è un libro ben scritto, che si lascia leggere in fretta e che non annoia mai; certo non è totalmente oggettivo e sicuramente non è tanto sconvolgente quanto l’autore stesso ha voluto presentarlo.

 

Berlusconi si racconta a Friedman – My Way

Ed. Rizzoli

Costo – 20 Euro

 

Consigliato a: lettori lucidi, appassionati di biografie, tifosi del Milan, amanti di politica internazionale.

 

 

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*