Conoscere Jim Croce

Conoscere Jim Croce

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Tanti hanno sentito parlare di Jim Croce, ma pochi conoscono a fondo il contributo musicale di questo chitarrista, cantautore e compositore. Stiamo parlando di un uomo che se avesse vissuto ancora qualche anno, sarebbe diventato un’ importante alternativa a Bob Dylan, ed avrebbe riscritto le regole della musica americana, se solo quell’aeroplano non fosse precipitato.

 

Le sue melodie, i suoi accordi, i suoi testi così facenti parte della vita di tutti i giorni ne fecero un autore all’avanguardia per i tempi che correvano (1970), non ricevendo il successo che avrebbe meritato. A dimostrazione di ciò, Jim Croce è considerato dai grandi musicisti del presente una forte fonte di ispirazione per melodie e stile.

 

Era capace di raccontare la vita delle persone comuni, che lavorano duramente, si sporcano, faticano ed affrontano gli ostacoli più comuni, involontariamente contribuendo a mandare avanti la società. Non dimentica mai di parlare di amore, nei suoi testi. Parla di uomini con la voce spezzata, innamorati pazzi, disposti a mettere in discussione il loro orgoglio per raggiungere la felicità.

 

All’interno del raro album “Have You Heard Jim Croce Live”, ci sono performance live in cui si esibisce di fronte a pochi spettatori per rare apparizioni televisive, visto che qualche emittente americana aveva fiutato odore di successo. Porta in scena i suoi pezzi più famosi come “Operator”, “New York’s Not My Home” e “Bad, Bad Leroy Brown”.

 

Tra una canzone e l’altra racconta come nasce l’ispirazione nello scrivere testi e come passa le sue giornate quando non scrive. Adora sedersi nelle tavole calde lungo le route americane, bere caffè, osservare i camionisti che si fermano, chiacchierare con loro, e ripartire per un nuovo viaggio. Come uno di loro, uno dei tanti, ma che fanno tanto. Gente che ama, che soffre e che non si arrende di fronte a niente.

 

Se oggi Jim Croce fosse vivo, credo che nessuno si stupirebbe se fosse considerato il perfetto mix tra Bruce Springsteen e Bob Dylan, ma superiore ad entrambi nella composizione di musica e nelle melodie. A volte i migliori se ne vanno prima, a volte (come nel caso del Boss e di Dylan) per fortuna rimangono. Rimane sempre un po’ l’amaro in bocca..

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