The Gers are Back, e con loro l’Old Firm: riecco il derby di Glasgow

The Gers are Back, e con loro l’Old Firm: riecco il derby di Glasgow

Old Firm, vecchia azienda. Una questione a due, faccia a faccia. Celtic contro Rangers. Cattolici contro protestanti. Indipendentisti contro unionisti. Hoops contro Light blues. Il bianco-verde contro il colore del cielo. Il derby più antico del mondo, 400 sfide, 69 coppe nazionali e 100 campionati. Decine e decine di morti in scontri tra tifosi. Welcome to the Old Firm.

Recentemente i Glasgow Rangers sono tornati nel massimo campionato scozzese dopo il fallimento di quattro anni fa, che ha costretto la società a ripartire dalla quarta serie. 4 anni di umiliazioni, relegati ai margini del calcio mentre gli odiati cugini del Celtic vincevano campionati su campionati indisturbati. Alla serie bassa però non ha corrisposto una diminuzione della passione dei tifosi: alla prima partita di campionato della quarta serie a Ibrox, tana dei Rangers, c’erano più di 50 mila persone. Oggi finalmente sono tornati in Scottish Premier League, e con loro il derby più sentito del mondo.

Old Firm sta per vecchia azienda, vecchio affare. Questo nome è dovuto al fatto che, oltre ad avere radici antichissime, le due squadre di Glasgow sono il calcio in Scozia, si dividono economicamente tutti gli introiti e, praticamente, permettono al campionato di esistere. La rivalità però non è solo sportiva, ha le sue motivazioni in questioni ideologiche, religiose, e quindi personali. Parafrasando il film Hooligans, è più simile alla rivalità tra Israeliani e Palestinesi.

 

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Se nasci a Glasgow non hai possibilità di scelta, nasci in una fazione e di quella devi fare parte. Se sei cattolico, con origine più povere e proletarie, cresci con la maglia a strisce orizzontali bianco verdi del Celtic, se sei protestante, borghese e benestante, i tuoi idoli indossano la divisa che ha il colore del cielo. Una rivalità che ha spinto, negli anni, a far giocare la partita sempre alle dodici per motivi di sicurezza, a vietare cori inneggianti al razzismo religioso e non. Nella curva del Celtic campeggiano croci e bandiere che inneggiano all’indipendentismo e all’IRA, tra i tifosi dei Rangers vengono urlati insulti di stampo religioso ai cugini, accusati della pedofilia della Chiesa Cattolica. Negli anni ’70-’80 il clima era ancora più teso, gli scontri erano all’ordine del giorno. Oggi forse è meno accesa la vena violenta, ma è ancora fortemente sconsigliato girare in determinati quartieri della città con la maglia della squadra sbagliata. Un derby che ha un forte peso per tutto il paese, dato che porta nelle casse dell’economia scozzese, nei 4 incontri standard stagionali, oltre 120 milioni di sterline.

Da questa rivalità non sono esclusi i calciatori. In tutta la storia solo 5 giocatori hanno indossato le due maglie, e si sono sempre guardati bene dal dire dove si sono trovati meglio. Uno di questi è ancora in attività ed è l’attaccante Kenny Miller, oggi ai Rangers ma con un passato Celtic. Se giochi in una delle due squadre, ne sposi anche la battaglia ideologica: ne sa qualcosa il portiere ex Fiorentina Artur Boruc che, ai tempi del Celtic, dopo un gol dei suoi compagni, si gira verso i tifosi (protestanti) dei Rangers e si fa il segno della croce. La reazione dei supporters avversari è stata tale che la partita è stata sospesa a lungo prima che potesse riprendere in condizioni di sicurezza. Ne sa qualcosa anche Hugh Dallas, che nel 1999 fu ritenuto colpevole da parte dei tifosi del Celtic di un arbitraggio troppo di parte verso gli avversari e quindi meritevole di diversi oggetti in fronte. Non contenti, mentre riceveva le cure mediche a bordo campo, quattro tifosi decisero di fare un’invasione di campo e di aggredirlo. Si ricordano le esperienze nei Rangers di Gattuso, ancora oggi considerato un idolo, e di Lorenzo Amoruso, il primo capitano cattolico dei Light Blues.

Finalmente, dalla prossima stagione, tutto questo tornerà la normalità e non più solo ricordi passati. Celtic contro Rangers, Rangers contro Celtic. .

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