“È solo la fine del mondo”, fra i migliori del 2016

“È solo la fine del mondo”, fra i migliori del 2016

Dopo 12 anni di assenza, Louis, scrittore di successo, fa ritorno a casa per recare un importante annuncio ai famigliari. Ma i parenti, madre, sorella, fratello, cognata sono troppo presi da se stessi, dalle proprie recriminazioni e piccolezze. Lui avrebbe bisogno di conforto; ma deve sorbirsi i loro problemi e frustrazioni.

Il suo ritorno riaccende rancori sopiti. Tutti si chiedono il motivo della sua visita, ma nessuno ha il coraggio di affrontare con lui l’argomento. Finché non sopraggiunge il finale, che si svolge in un crescendo di tensione emotiva, commovente e drammatico allo stesso tempo.

Xavier Dolan torna al cinema con un film sublime, “È solo la fine del mondo”, in cui racchiude tutto il suo incredibile talento.

Dolan è un regista prodigio: classe 1989, salito alla ribalta nel 2009 grazie al film “Ho ucciso mia madre”, da lì ha inanellato una serie impressionante di successi e riconoscimenti internazionali (l’ultimo suo film Mommy è stato accolto a Cannes in modo trionfale). Il regista canadese ha già all’attivo sei film e per lui si sprecano gli encomi della critica.

I temi sono quelli ricorrenti nei suoi film: il rapporto irrisolto tra madre e figlio, la figura della madre rappresentato sempre come personaggio ingombrante e imperioso, l’omosessualità, le famiglie borghesi e disfunzionali. Ma ciò che colpisce è la sua capacità di variare il linguaggio stilistico, la padronanza del mezzo tecnico (straordinari qui i primi piani), la maturità artistica a dispetto della giovane età.

Non c’è nulla in questo film che non sia di eccellente fattura: il cast, tutto francese: da Cassel a Cotillard – eccezionale-, passando per Natalie Baye fino al protagonista Ulliel, gli attori sono uno più bravo dell’altro; la sceneggiatura, pregevole, che Dolan maneggia con cura, è tratta dalla pièce teatrale che Jean Luc Lagarce scrisse prima di morire di Aids (che sia un’opera pensata per il teatro, anche senza saperlo, lo si evince facilmente dai cambi di scena e dal fatto che ogni scena si svolge in un luogo ben definito).

È solo la fine del mondo è un dramma checoviano, per chi rimpiange il cinema dei Bergman e Berson. Un film atrabiliare, ma tutt’altro che isterico come qualcuno lo ha definito.

In assoluto, uno dei migliori film di questo 2016 che si avvia alla conclusione.

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