Big little lies, il grande ritorno

Big little lies, il grande ritorno

Big little lies è una serie tv americana prodotta da Hbo ed uscita per la prima volta nel 2017. Le prime puntate della seconda stagione sono uscite da pochi giorni negli States, con una new entry del calibro di Meryl Streep – che ha accettato la parte con entusiasmo senza nemmeno leggere il copione; in Italia saranno disponibili tra pochi giorni, il 18 giugno.

Ambientata a Monterey, locupletica cittadina californiana di 30.000 abitanti, Big little lies ha come protagoniste tre donne, impersonate da Nicole Kidman, Reese Witherspoon, Shailene Woodley.  Donne diverse tra di loro per temperamento, posizione sociale, vissuto, i (piccoli e grandi) problemi che si trovano a dover affrontare; tutte e tre hanno in comune il fatto di avere figli che frequentano la stessa scuola elementare.

Cosa rende Big little lies una serie tv in qualche modo memorabile – l’aggettivo non sembri eccessivo – in grado di riscuotere un così vasto successo di pubblico (7,1 milioni di spettatori in media a puntata) ma sopratutto di critica – ha inanellato vittorie su vittorie conquistando tutti i premi immaginabili (dagli Emmy ai Golden glob)? Ciò che la differenzia da tutte le altre serie tv è, a mio avviso, la commistione di tre aspetti: la centralità assegnata alle donne, tratteggiate in maniera perfettamente realistica: la storia ruota tutta attorno a loro, i maschi non sono altro che comparse; la serie alterna magnificamente dramma e commedia adoperando toni dark se non proprio thriller (la serie si apre con un’inchiesta di polizia su un omicidio, che sarà disvelato solo nell’ultima puntata) attraverso un ritmo narrativo travolgente ancorché riflessivo; l’aver maneggiato temi importanti come la violenza e gli abusi sulle donne, il bullismo, il rapporto problematico tra genitori e figli in maniera profondamente realistica senza per questo risultare noiosa o moralisticamente pedante né tanto meno banale. Senza dimenticare altri elementi essenziali come l’ottima sceneggiatura, una fotografia dai toni caldi, intimista (con gli scorci dell’oceano californiano a far da sfondo), un cast in stato di grazia (le tre attrici sopra menzionate sono anche le produttrici della serie), le musiche sofisticate, un lavoro di montaggio e sonoro eccelso.

Detto ciò, non credo la si possa classificare propriamente come una serie tv femminista. Le donne, con il loro carico di isterie, conflitti, rivalità, il tentativo (mal riuscito) di salvaguardare a tutti i costi le apparenze a discapito di una realtà personale a volte drammatica, non sempre ne escono meglio degli uomini, anzi. L’universo e la psicologia femminile nelle sue varie sfaccettature, la sua ricchezza emotiva vengono scandagliati in maniera quasi brutale, corrosiva.

L’immedesimazione con i personaggi, le loro storie, è totale. Come si fa d’altronde a non simpatizzare per l’impetuosa, fumantina, sempre in guerra con il mondo Maddie Maccenzie (alias Reese Witherspoon) o per una strepitosa Laura dern nei panni di Renata Klein, una scostante, potente donna in carriera? A non provare compassione per la nuova arrivata, Jane Chapman, e il segreto che si porta dietro? Per la emotivamente fragile Celeste Wright – Nicole Kidman – che, succube di un marito che la sevizia, un passo alla volta riprenderà in mano la propria vita? Per inciso: Kidman ha un notevole talento come attrice, e in questa serie tv ne dà ampio sfoggio; tuttavia, gli interventi di chirurgia estetica a cui si è sottoposta negli anni hanno privato il suo viso di molta della sua capacità espressiva.

Inizialmente era prevista una sola stagione (Big little lies nasce come adattamento del romanzo della scrittrice australiana Liane Moriarty). Ma il successo clamoroso di questa mini serie ha imposto un ripensamento. Nella prossima ci sarà un cambio alla regia (da Jean Mark Valèe ad Andrea Arnold, regista britannica di chiara fama). Le aspettative sono alte. Per sapere se la seconda sarà all’altezza della prima – cosa tutt’altro che scontata – non resta quindi che guardarla.

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